Le Olimpiadi invernali di Vancouver dimostreranno il gigantismo crescente dei Giochi Olimpici, che giocoforza "lasciano" la montagna in favore delle grandi città e ribadiranno lo stridore fra retorica e realtà fra i "valori" e un agonismo ormai troppo spesso "aiutato" dal doping e da un professionismo mascherato in dilettantismo solo per ipocrisia. Pensiamo alla situazione italiana, rappresentata dai gruppi sportivi militari senza i quali non avremmo atleti italiani in gara! Ma la televisione opera da grande "livella" e con il progresso tecnologico dimenticheremo tutto e staremo con il fiato sospeso di fronte allo schermo. E, per favore, evitiamo che l'occasione faccia uscire - con le lenti rosa di certi embrassons-nous - i ricordi delle ambizioni olimpiche valdostane. In certi casi il silenzio è d'oro e il vicinissimo "caso Torino", con le montagne all'epoca solo da sfondo e ora gli impianti cadenti, sono un esempio efficace.