Alzheimer. Il nome di questa malattia - dal cognome del medico tedesco che per primo osservò la demenza senile all'inizio del Novecento - suona oggi come una terribile maledizione ed è l'altra faccia della medaglia dell'allungamento della vita, creando problemi seri per lo Stato sociale e riflessioni profonde sulla vita ed il rapporto fra corpo e intelligenza. Ieri mi è stata raccontata - e purtroppo non è la prima volta - la storia commovente di un marito che ha avuto questa diagnosi infausta per la propria moglie e segue quotidianamente con angoscia il declino e i cambiamenti che l'allontaneranno in questo mondo di oblio e di solitudine che grava su un numero crescente di famiglie anche in Valle d'Aosta. Fa impressione pensare come in quest'epoca di modernità, in cui la scienza medica e le ricerche offrono straordinarie speranze di cura, restino delle malattie progressive e degenerative che non si riescono ad affrontare in modo decisivo e che pesano fortemente sui singoli, sulle famiglie e sui costi sociali e sulle difficoltà organizzative dell'assistenza.