Quando, qualche mese fa, ho messo qui sul sito, in un post, l'ecografia del bambino che tra poco nascerà, qualcuno mi ha detto che la scelta era stata molto chiacchierata. Mi sento tranquillo di aver pubblicato questa immagine prenatale, perché penso che il mistero della vita sia qualcosa di straordinario e, in tempi grami, ogni nascita è come un grido di speranza.
Lo è anche per chi, come me, sarà un papà attempato e deve essere un tratto di famiglia se è vero che mio papà Sandro, che non è stato neppure l'ultimo figlio, nacque quando mio nonno René aveva 56 anni e io sto per compierne solo... 52. I figli sono una gioia. Quando guardo Laurent e Eugénie, oggi che sono ragazzi, è un mondo di ricordi che si spalanca di fronte a me e devo in gran parte all'intelligenza e alla forza della loro mamma Nora, il fatto che siano due persone belle, di cui vado fiero. Essere genitori oggi - anche qui da noi, figurarsi nei Paesi scossi da guerra e povertà - è una scelta d'amore, quando si ha la fortuna di poterlo essere. Una situazione naturale, insita nella continuità della specie, finisce nel nostro Occidente ricco e viziato per essere una scelta impegnativa che molti evitano scientemente in una logica di egoismo. Perché la prospettiva della vita cambia con una nascita: è, per chi lo fa pensandoci (manca, purtroppo, una patente per l'essere genitori...), un'assunzione di responsabilità, un punto e a capo della vita. Sono loro, i figli, la clessidra vivente che ti offre un termine di paragone per il senso di invecchiamento, altrimenti esorcizzabile da un diffuso giovanilismo. Sono loro, ogni giorno, a spiegarti lo straordinario senso della continuità insito nella vita. Sono loro, in carne ed ossa, a dimostrarti che cosa siano le leggi della genetica in un atteggiamento tuo, in uno sguardo di qualche parente che non c'è più, in una familiarità che affascina e stupisce. Tu e i tuoi cari oltre la vita nella sequenza delle generazioni. Con Victor Hugo, vien da dire: "Seigneur! préservez-moi, préservez ceux que j'aime. Frères, parents, amis et mes ennemis même Dans le mal triomphants, De jamais voir, Seigneur! L'été sans fleurs vermeilles, La cage sans oiseaux, la ruche sans abeilles, La maison sans enfants!"