Impressiona lo smantellamento di quella vasta area nota come "area Sogno", ormai fatiscente da tempo ed un tempo cuore pulsante dell'impresa fondata e diretta dal più importante costruttore edile che operò in Valle dalla seconda metà degli Quaranta fino agli anni Settanta. Ugo Sogno Fortuna era nato in un paesino biellese della Valle Mosso, Camandona, nel 1907 e giovanissimo si era trasferito in Valle. Aveva partecipato alla Resistenza come partigiano in alta Valle, nella Coumba Freida, con l'87esima Brigata autonoma che partecipò alla Liberazione di Aosta. Sul sito del suo Comune di nascita si cita anche un suo ruolo nell'espatrio in Svizzera di Luigi Einaudi e di altre persone la cui vita era messa a rischio dal fascismo. Poi il lavoro nella temperie del boom economico e della nascente Autonomia speciale e la serie impressionante di lavori di costruzione delle strade con quella spinta propulsiva che mirava a dare collegamenti alle vallate laterali e lungo l'asse centrale. Mio padre lo conosceva bene e mi raccontava dello scambio di battute in piemontese e di una certa familiarità specie durante la costruzione della strada della Val d'Ayas, dove mio papà era veterinario. E fu sempre lui a raccontarmi del dramma che visse Sogno, che era appassionato di volo e di motociclette, quando regalò un'auto sportiva al figlio Ezio e questi - era il 1960 - proprio durante il giro di prova morì in un incidente. Prosegui in Valle e nelle Regioni vicine la sua attività d'imprenditore e la figlia Carolina sposò l'avvocato Gianni Bondaz. Nel 1972 venne stroncato da un infarto e l'impresa venne chiusa qualche anno dopo. Il ricordo di Sogno è doveroso perché anche i luoghi, soggetti in questo caso al processo di espansione dell'aeroporto, parlano delle persone che c'erano prima di noi e il dovere della memoria deve far parte del patrimonio di una comunità.