
Hanno perfettamente ragione i vertici della Magistratura aostana a preoccuparsi dell'esaurirsi dei giudici di pace, ma la colpa è dei tagli e delle indecisioni che dal centro gravano anche sulla peculiare situazione valdostana, illustrata in passato ai Ministri della Giustizia che si sono succeduti, al Consiglio superiore della Magistratura e ai vertici della Corte d'Appello di Torino. Tutti d'accordo sui rischi di paralisi, ma, purtroppo, ogni volta le implicazioni nazionali hanno pesato, per quanto - sin dalla nascita del giudice di pace - mi fossi sforzato, come deputato, di proporre una modellistica che consentisse un coinvolgimento della Regione (come avveniva nello Statuto per la vecchia figura del giudice conciliatore) ed un rispetto del bilinguismo. Preciso che l'esame di francese non è mai stato un problema per il reperimento delle persone con i requisiti, che - già pronte da anni - non possono essere inserite nei posti vacanti. Ora la strada intrapresa - lo dico come membro regionale della "Paritetica Stato - Valle d'Aosta" - è quella di un articolo inserito nella norma di attuazione sull'"Ordinamento linguistico", che riprende quanto già discusso ovunque in passato e che dovrebbe evitare la paralisi in Valle di questa giustizia "minore" per raggiunti limiti d'età dell'ultimo giudice di pace in servizio, Nicolò Tambosco. Lo schema di decreto è stato approvato pochi giorni fa dalla Paritetica e potrà andare in tempi brevi al Consiglio dei ministri, dopo il parere del Consiglio Valle e nell'iter del provvedimento c'è spazio per eventuali integrazioni utili a raddrizzare la situazione. Auguriamoci che sia la volta buona.