Spesso mi è capitato nella vita di usare, per illustrare i miei pensieri in modo sintetico, la logica alfabetica - "dalla A alla Z" - che sarà pure una formula di elencazione banale, ma mantiene la sua efficacia. Per questo ieri, nel singolare "buen retiro" con i candidati dell'Union Valdôtaine Progressiste, utile per fare il punto della situazione e per fare reciproche conoscenze il giorno prima della presentazione della lista e della coalizione con Alpe e Partito Democratico - Sinistra VdA, ho adoperato questo artificio per un discorsetto. Per carità, come ho precisato in premessa, nessuna presunzione didattica del genere "insegnante-allievi", vista le qualità e le esperienze dei candidati in lizza per le elezioni, semmai un vademecum che potesse risultare utile nel corso della lunga e impegnativa campagna elettorale. In pillole, perché ho parlato abbastanza a lungo per il mio standard in genere piuttosto breve, qualche idea in guisa di vocabolarietto. "Autonomia" è la parola cardine che trascina buona parte dei ragionamenti seguenti. Le elezioni sono per il Consiglio Valle, come si chiama in modo originale il nostro Consiglio regionale. Questa nostra autonomia speciale, benché considerata insoddisfacente ai tempi dell'emanazione dello Statuto nel 1948, resta la forma contemporanea dell'antica speranza dei valdostani di avere nel forme di autogoverno. Ma chi oggi si propone in politica deve sapere che molto ruota attorno alla parola "Bilancio" e cioè fondare la concreta azione amministrativa attraverso l'uso di risorse pubbliche in questo momento decrescenti, ma sapendo che senza autonomia finanziaria non c'è autonomia politica. Ma, a basare certe richieste, esiste una logica precedente alla politica, che forgia una comunità ed è la "Cultura", senza la quale si rischia di essere senza radici reali e l'invito è ad uno sforzo di conoscenza della lunga storia della cultura valdostana, specie a tutela del particolarismo linguistico. Certo a fissare le regole e a statuire la forma delle istituzioni e a sostanziare anche l'azione amministrativa ci deve pensare il "Diritto" e il ricco corpus di norme passate e future dell'ordinamento valdostano, quello spazio giuridico "nostro", specie verso Roma e Bruxelles. Naturale in questo senso evocare - nello scorrere delle lettere - due temi a me cari, come "Europa" (una dimensione più vasta ricca di speranze) e quel termine "Federalismo" che fa parte, in modo originale, di una chiave di lettura del patrimonio delle idee della Valle. Esiste poi una dimensione territoriale, condensata nella parola "Geografia" e in quella seguente "Habitat" per definire quegli elementi originali che derivano dall'ambiente alpino e dalla dimensione montana connaturata con la "civilisation valdôtaine". Nel lungo cammino del popolo valdostano, ho evocato due termini che si intersecano e ciò è già avvenuto in passato: la dinamica dell'"Identità" - e cioè del patrimonio originale di una comunità - con la sfida sempre rinnovata dell'"Immigrazione" come fattore di cambiamento. Dando per acquisiti i contorni immaginifici di "Libertà", vi è da evocare la "rete" da coltivare delle "Minoranze linguistiche" in chiave europea, pensando a scelte in corso di popoli come quello catalano e quello scozzese. Ho evocato poi, come opportunità ma anche per la delicatezza nel loro utilizzo, la vasta prateria delle "Nuove tecnologie" e con la "o" ho rievocato - nello scrivere e nel parlare in pubblico la regola nota come il "rasoio di Occam", vale a dire: «a parità di fattori la spiegazione più semplice è da preferire». A volo d'uccello ho poi evocato le ragioni e la nobiltà dell'aggettivo "Progressista", la dinamica storica da capire riassunta nella formula "Question Valdôtaine", le ragioni dello slogan bifronte e per nulla nostalgico dell'UVP "Réunir-Réussir". Mi sono infine trattenuto sulla parola "Sussidiarietà" che permette di leggere il mondo e di conciliare l'infinitamente piccole e l'enormemente grande e perché il termine "Tradizione" può essere conciliato con una visione di cambiamento e di modernità. Infine - con la "u" la formuletta di Archimede dell'"Ubi consistam", che consente ad ogni candidato di scegliere in campagna elettorale i temi che gli sono più consoni per una maggior efficacia. E, per completare il vademecum, le prospettive umanistiche di "Volontariato" e le realistiche aspettative di un tema come la "Zona Franca". Uno sforzo di sintesi gratificato dall'applauso finale.