Per chi fa politica è inutile negare quanto la campagna elettorale sia un momento piacevole. E' un'occasione per scrivere e per pensare e naturalmente per girare la Valle e per incontrare persone. Poi se lo fai senza essere candidato, come mi è capitato questa volta per mia scelta personale, ti godi ancora di più la situazione, senza l'assillo del voto e la competizione esterna e interna con gli altri candidati. Oltretutto - e non suoni come scontato - l'idea di offrire, a fronte del disastro della situazione valdostana con una sola persona che domina tutto in violazione del sistema parlamentaristico dello Statuto d'autonomia, un'alternativa di governo rende leggeri. Soprattutto perché la "stuffia" ha raggiunto livelli altissimi e cresce il desiderio di cambiamento. Chi non vede questa situazione o ha gli occhi ricoperti di pelle di salame o è complice di un sistema non più concepibile. Che molti riflettano su come si possa passare dalla "collaborazione" al "collaborazionismo" e cioè diventare strumentali rispetto ad un metodo di governo che ha germi antidemocratici allarmanti.
Ecco perché sento come un dovere la vicinanza con i trentacinque candidati della "mia" lista, quella dell'Union Valdôtaine Progressiste, il famoso leoncino dorato che oggi è la novità sullo scenario della politica valdostana. Mi sembra una lista equilibrata, sia per la personalità dei candidati che per la loro rappresentanza territoriale. Seguendoli nei comizi come moderatore di molte serate, non posso che apprezzare - nel mix tra persone più esperte e neofiti - quel desiderio di affermare le proprie idee, di spiegare le proprie ragioni, ciascuno con il proprio di essere e il proprio stile. Chi con naturalezza, chi con emotività, chi con schemi prefissati, chi "a braccio". Questo è il bello della partecipazione politica e della democrazia: la competizione elettorale è una lotta in cui ognuno investe le proprie capacità e se si riesce a creare coralità, frutto di una sorta di magia che lega le persone, allora l'effetto è ancora più positivo. Restiamo, pur nella profondità del pensiero umano, degli animaletti e quindi ci sono circostanze, come quella dell'assemblea pubblica, in cui si coglie subito l'aria che si respira, come una corrente emotiva che attraversi le sale. Se il clima non è buono - e carico di negatività - si coglie subito e non c'è oratore di taglia che possa invertire la situazione. Io sento un'aria buona, carica di energia positiva, che sta cementando amicizie antiche e nuove e su questo investimento, per assecondare questa visione piena di belle cose per il nostro futuro personale e collettivo, dobbiamo fare ancora di più. Non è un fatto di partigianeria, che pure c'è nell'indicare la propria scelta di adesione ad un Movimento, ma è anche aggiungere una speranza: che i seminatori di odio, che i portavoce degli interessi più squallidi, che i servi sciocchi ma anche i navigatori opportunisti siano "lasciati dietro" e contro di loro ci sia una serena e pacifica scelta di ribellione e un loro isolamento, anzitutto morale.