Utilizziamo i cookie per personalizzare i contenuti e analizzare il nostro traffico. Si prega di decidere se si è disposti ad accettare i cookie dal nostro sito Web.
17 nov 2017

La Scienza non va a maggioranza

di Luciano Caveri

Ho visto che i "no-vax" valdostani sono andati ad Aosta alla conferenza stampa in cui veniva presentata la campagna per il vaccino antinfluenzale ed hanno chiesto dati e espresso i loro dubbi. Una sorta di "flash mob" che non scandalizza: ognuno può andare dove vuole e credere quel che ritiene più giusto. Se non fosse che - naturalmente - l'antinfluenzale è da loro ritenuto pericoloso come gli altri vaccini, per cui non vanno certo per farsi convincere del contrario, ma di fatto per manifestare il loro dissenso. Il loro è un atteggiamento fideistico e per altro pensano che sia io e quelli come me favorevoli ai vaccini ad esserlo, perché non conosco i retroscena e i magheggi che ci starebbero dietro.

E dunque sarei una specie di «babbeo neopositivista» anche con alcune tendenze suicide, essendomi vaccinato anche in età adulta, visto che ho fatto l'esavalente quando sono nati i miei primi due figli non avendo fatto - e non so perché - nessuna malattia infantile, pur frequentando i miei coetanei "untori". E sarei anche un «papà di m***a» , avendo vaccinato i miei figli con vaccini obbligatori e facoltativi. Colpa a sua volta di mio papà - semplice veterinario di montagna - che mi ha allevato credendo nella Scienza, avendo vissuto la sua vita con malattie terribili ancora attive, che hanno sfiorato ancora la mia infanzia - tipo tubercolosi o poliomielite - e che sono state debellate proprio dai vaccini, almeno per chi come me ritiene che sia stato così senza immaginare chissà quali affari occulti e misteriosi nel nome dei loschi interessi di "Big Pharma" e di spietati ricercatori che ci vogliono morti assieme alla pletora di medici che fingono di curarci. Non mi piacciono, per partito preso, le logiche integraliste e settarie, ma in democrazia è giusto ascoltare tutti, sempre a condizione che le loro condizioni non danneggino altri. E' la solita storia, di kantiana memoria, della "mia libertà che finisce dove comincia quella altrui" e qui in gioco ci sono i rischi - ampiamente documentati - perché chi non vaccina i propri figli attenta alla salute e persino alla vita di quelli altrui. Ma il "no-vax" pensa che non sia così, essendo questa la sua convinzione. Per cui quando ci si arrabbia sullo «Stato padrone» che obbliga alle vaccinazioni bisogna riflettere che questo avviene solo perché c'è chi ritiene di avere proprie certezze che si sostituiscono alle regole comuni e per questo interviene la legge. Lo scrivo pur sapendo che in questa come in altre occasioni verrò insultato in qualche modo da chi è convinto di avere delle certezze sul tema diametralmente opposte alle mie con la differenza che io mai reagirei insultando qualcuno. E non è poco. Per certe idee c'è chi, al posto del disprezzo, si è trovato anche minacciato di morte. «La terra è tonda, la benzina è infiammabile, i vaccini non provocano l'autismo. La scienza ci dice che i vaccini sono sicuri e affidabili e che proteggono i bambini e l'intera società da pericolosissime malattie. Però se vi collegate a Internet trovate un gran numero di medici e personaggi vari che vi dicono l'esatto contrario e che vi vogliono fregare. I praticoni che affollano la rete non solo mettono in pericolo il vostro conto corrente, ma anche la salute vostra, dei vostri figli e dei figli degli altri». Così ha scritto l'autore del libro esemplare "Il vaccino non è un'opinione", Roberto Burioni, professore di microbiologia e virologia all'università "Vita-Salute - San Raffaele" di Milano. Burioni, che scrive sui "social" di questi temi affrontando frotte di persone che lo insultano e costruiscono "fake news" su di lui, ha il pregio di essere chiaro e di avere anche detto che «la scienza non è democratica. Significa infatti che i dati scientifici non sono sottoposti a validazione elettorale: se anche il 99 per cento del mondo votasse dicendo che "due più due fa cinque", ancora continuerebbe a fare quattro. Poi ognuno è libero di dimostrare che non è vero; ma fino a quando non l'ha dimostrato, "due più due fa quattro" anche se molti non sono d'accordo. La scienza non va a maggioranza. Nello sport è molto chiaro. Ha mai sentito fare una telecronaca di basket da qualcuno che non conosce le regole del gioco? E una di calcio senza sapere che cos'è il fuorigioco?». Il tono è ruvido ma condivisibile. In altro campo, come la conoscenza dell'ordinamento valdostano o di elementari capisaldi del diritto costituzionali, così come su dossier politici complessi, mi sono talvolta trovato con degli autentici somari che - privi di qualunque conoscenza reale di quanto parlavano - mi spiegavano come stessero le cose. Questo non in un quadro di scambio legittimo di opinioni diverse, ma con strafalcioni e stupidaggini a cui uno si vede - finita la pazienza - costretto a rispondere a tono con la possibilità, quando si cerca di mettere i punti sulle i su certezze basiche, di essere bollato come antipatico o snob. Sic transit gloria mundi...