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02 dic 2021

La privacy come alibi

di Luciano Caveri

Questa storia di non sapere se chi ha il green pass sia vaccinato oppure sia stato tamponato (dunque non vaccinato) avviene nel nome della privacy. La scelta è abbastanza bizzarra, perché credo non ci sarebbe niente di male nel capire le scelte personali, che vengono assunte - immagino - in scienza e coscienza. Tra l'altro questa ambiguità obbliga a reiterare i controlli nei luoghi di lavoro ogni giorno, quando sarebbe bastato colorare diversamente il lasciapassare vaccinale, che invece ha lo stesso colore verde sia per chi si è vaccinato e gode di una copertura di lungo periodo sia per chi ha invece poche ore "coperte" dal tampone. Questo disvelare la situazione dovrebbe valere in termini assoluti per chi ricopre ruoli pubblici ed in particolare gli eletti. Si parla e si straparla di trasparenza per chi occupi cariche di questo genere e non a caso esistono misure che ne differenziano lo status.

Penso alla normativa accusatoria sulle "Persone Politicamente Esposte - Pep's", che sono "le persone fisiche che occupano o hanno cessato di occupare da meno di un anno importanti cariche pubbliche, nonché i loro familiari e coloro che con i predetti soggetti intrattengono notoriamente stretti legami" ed impone ai destinatari della normativa antiriciclaggio (intermediari bancari ed assicurativi, commercialisti, consulenti del lavoro, avvocati, notai...) di verificare se i propri clienti sono presenti in liste Pep antiriciclaggio, liste antiterrorismo, watchlist, sanctions list, black list antiriciclaggio, liste ofac o sono residenti in Paesi soggetti a sanzioni, embargo o misure analoghe o caratterizzati da un alto livello di corruzione o criminalità. Altro che privacy: queste misure, che fanno di ogni erba un fascio, colpiscono senza distinzioni chiunque faccia politica e la sua genia. Significa "complicazione affari semplici" per fare per qualunque banale operazione bancaria e sul vaccino, invece, si consente una zona grigia? Non a caso poi c'è chi, anche nelle Istituzioni critica le misure, come il green pass, per contenere l'epidemia, ma del suo green pass, se vaccino o tampone, non è dato sapere. Mistero, ed in tanti si tengono stretta la privacy per non dispiacere a chi si vaccina e a chi non lo fa in una logica - immagino - elettoralistica. Credo invece che i cittadini elettori (pro o contro il vaccino che siano) debbano conoscere con chiarezza le scelte, che fanno curriculum e consentono di sapere che cosa pensano davvero coloro che hanno responsabilità pubbliche, come personalmente ho fatto. Invece, purtroppo, si consentono ambiguità e questo in democrazia non va per niente bene. Ma «la privacy è la privacy» dicono i furbetti e diventa un comodo alibi per essere né carne né pesce. Allora si potrebbe far così: per superare questo impasse comunicativo, che tutti gli eletti abbiano il coraggio di dichiarare spontaneamente la loro scelta, dicendo con chiarezza dove militano, perché non si può dare un colpo al cerchio ed uno alla botte come se nulla fosse su un tema decisivo. Chissà che prima o poi un giornalista non chieda esplicitamente a tanti politici silenti o ambigui quale sia il suo status dietro il green pass. Sarei allora curioso di sapere chi deciderebbe di nascondersi dietro la privacy, nel nome del diritto di sapere da parte di chi li ha votati ed anche dì chi non li ha votati!