Penso che il 2022 sarà l'anno decisivo per ricomporre il puzzle del mondo autonomista, dopo anni di divisioni. La sfida non è semplice e l'occasione non può essere vanificata. E' bene in questa direzione che recenti vicende abbiano allontanato alcuni da quell'area, in cui erano entrati senza crederci. L'Union Valdôtaine deve avere il coraggio di proseguire un cammino di dialogo con chi se ne andò negli anni passati per ragioni serie e non per capriccio. Ammetterlo non sarebbe una sconfitta, anche perché il processo complessivo di autocritica investe tutti e vale per una ripartenza ormai indispensabile ed ogni ritardo sarebbe pericoloso. Queste divisioni vanno sanate per dimostrare che i valori autonomisti restano saldi, al di là di chi si trova ad interpretarli pro tempore. Oggi si riparte in un clima più sereno, dopo un lavoro comune in questa Legislatura regionale, che ha svelenito incomprensioni e mostrato che assieme si conta di più. Altrettanto essenziale è che l'unione delle forze sia plurale e questo non significa affatto il caos, ma il confronto con regole statutarie nuove per vivere in armonia e compartecipare al nuovo autonomismo - anzi, federalismo! - che tenga conto dei mutamenti in corso e della necessità di non essere conservatori del tempo che fu. Mantenere idee e riferimenti ideologici va sempre vissuto in progress per adeguarsi ad una società che si evolve. Nessuno deve rinnegare nulla, ma bisogna essere pronti ed efficaci per il futuro della Valle, in una logica offensiva e non difensiva della nostra Autonomia speciale.