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08 ott 2023

L’orrore contro Israele

di Luciano Caveri

Non ci voleva una nuova guerra di aggressione e non è sopportabile vedere gli orrori mostrati in modo sprezzante dai “combattenti” islamisti e bisogna gridarlo con tutta la forza, sapendo ormai con chiarezza chi li arma, li istruisce e li finanzia. Sia chiaro che chi li giustifica e ogni sorta di fiancheggiatore non deve avere a spazio alla ricerca di chissà quale giustificazione con il solito benaltrismo d’ordinanza, del genere “sì, ma…”. E in quel ma si riassumono le solite storie ripetute per dare voce alla propaganda degli odiatori dell’Occidente, della democrazia sugli altri Continenti e, nel caso in esame, di noi “infedeli” da debellare come fossimo spazzatura. Io sono in questo momento difficile con Israele, come sempre è avvenuto in situazioni analoghe nei miei ruoli elettivi e politici. Lo scrivo in modo secco e senza quei distinguo di chi non vuole schierarsi con chiarezza. Ripeto: io sono con Israele di fronte ad un attacco brutale di terroristi e lo sono senza se e senza ma. La dichiarazione di guerra - perché di questo si tratta - viene da quella vera e propria banda di terroristi sanguinari, che è Hamas, acronimo di Harakat al-Muqawama al-Islamiyya (Movimento Islamico di Resistenza). Hamas è - questi sono dati oggettivi e incontrovertibili - è un’organizzazione politica e paramilitare palestinese, islamista, sunnita e fondamentalista. La sua leadership è suddivisa tra un’ala politica, che governa Gaza da quando nel 2006 Hamas vinse le elezioni legislative (le ultime che sono state fatte e questo è da ricordare bene), diventando il primo partito nella striscia di terra delimitata tra Egitto, Israele e il Mediterraneo in cui vivono circa 2 milioni di palestinesi; e un’ala militare, denominata Brigate Ezzedin al-Qassam. Sono di fatto inscindibili fra di loro e mostrano come i palestinesi delle zone in loro mani abbiano scelto la sottomissione e molti di loro sono perseguitati quando se ne lamentano, imboccando tuttavia collettivamente la strada dello scontro totale con una vena di evidente follia ideologica che si lorda le mani di sangue. Ciò spezza ogni copertura anche da parte di chi sul ”caso palestinese” sperava in quella zona, come nel resto dei territori, nel buon senso reciproco per trovare soluzioni negoziali. Hamas, beninteso, scelto come gruppo politico al comando a Gaza, è - come tutti sanno - per la distruzione totale dello Stato di Israele. Situazione che rende impossibile ogni negoziazione, se non in una logica suicidaria e dunque impensabile per lo Stato di Israele, che va aiutato e difeso, pensando alla Storia e alle vessazioni subite dal popolo ebraico. Per questo è una vergogna allo stato puro se certi pacifisti e una sinistra estrema impazzita di casa nostra e coloro che, con ben noti atteggiamento antisionisti anche in certa estrema destra, spalleggiano i terroristi e i Paesi come come Iran ed Russia che sono assieme complici e mandanti, mostrando il ruolo di destabilizzatori nel mondo e sono complici di un accordo luciferino. Fa vomitare chi, contro Israele e anche nel caso Ucraino, trova sottecchi le giustificazioni più strampalate per giustificare aggressioni e violenze. Lo fanno nel nome della preziosa libertà di espressione, di cui abusano per aiutare la propaganda dei “cattivi” e per questo vanno isolati e direi , infine, perseguiti per le loro tesi più appunto che aberranti. Chi agita la libertà come vessillo per combattere i principi democratici deve pagarne il prezzo, quando è evidente la strumentalizzazione. Oggi lo ricorda Paolo Mieli sui Corriere: ”Fa davvero impressione che ci sia un certo numero di nostri connazionali - cantanti o rettori d'università - i quali, senza concedersi neanche un attimo di rispettoso silenzio al cospetto di incursioni esplicitamente indirizzate ad uccidere «ebrei» (non «israeliani», «ebrei»), abbiano ritenuto di esaltare i «legittimi attacchi palestinesi» ” Aggiungerei che purtroppo più va avanti questo secolo del nuovo millennio e più questi anni Venti si riempiono di eventi che preoccupano per il destino della nostra umanità.