Pubblico il mio intervento contenuto nel Rapporto di fine anno della Giunta regionale valdostana di cui faccio parte. «Viviamo anni difficili, con il ritorno delle guerre non distanti da noi, e con molte incertezze che gravano sul nostro futuro e alimentano molte inquietudini. Ma è in questa temperie che bisogna dimostrare il nostro carattere e lavorare per tutto ciò che unisce contro la logica di vecchie divisioni e contro il veleno degli estremismi. Il pensiero federalista va coltivato con consapevolezza, perché fa parte del nostro patrimonio. Fa piacere, con le deleghe che ho attualmente, osservare come ci si trovi di fronte a cambiamenti da cavalcare come Valle d'Aosta per non restare indietro. La nostra specialità non è una conquista per sempre, ma è uno strumento prezioso da trattare come tale e da rafforzare, credendoci. L'Europa, che osservo oggi dal Comitato delle Regioni e osservai dal Parlamento europeo, resta una straordinaria chance nel solco di ideali europeisti come stella polare. Basti pensare, nel rapporto con Bruxelles, ai cospicui fondi comunitari di cui godremo nel nuovo periodo di programmazione e alle risorse importanti dei 1000 progetti e dei più di 400 milioni di euro del PNRR di origine comunitaria, pur reso complesso da un eccesso di centralismo romano. Fra i capitoli essenziali, il grande tema di cui mi occupo, è la digitalizzazione, un servizio orizzontale per tutta la Ammi-nistrazione, ma anche legato a settori come la fibra ottica e le sue potenzialità che ricadono sulla popolazione e sulle imprese. La nuova frontiera dell'Intelligenza Artificiale offrirà ulteriori orizzonti importanti per la nostra Valle e non bisogna mai avere paura delle innovazioni e mostrarci sempre all'avanguardia. La politica nazionale per la Montagna con una nuova legge nazionale ormai vicina - e a cui abbiamo contribuito in modo fattivo - si coniuga con la logica europeista della macroregione alpina, di cui siamo partecipi con altre 47 Regioni dell'Arco Alpino. Il rilancio avviato dell'Euroregione AlpMed con Piemonte, Liguria, Auvergne-Rône-Alpes e PACA-Région Sud è punto essenziale, così come la cooperazione rafforzata con i vicini Cantoni svizzeri e in particolare la République di Valais. Le frontiere vanno abbattute e lo stare insieme nella cooperazione territoriale offre potenzialità per noi e per i nostri figli. Essenziale poi l'attenzione e l'impegno verso il mondo della francofonia, che allarga le nostre conoscenze e assieme mantiene le radici della nostra cultura. Lo stesso vale per il necessario rapporto con le altre minoranze linguistiche dell'Unione europea con cui condividere esperienze ed idee e anche con le altre Regioni europee con forti poteri legislativi bisogna lavorare contro i rischi del centralismo delle Istituzioni comunitarie. Tante sfide ci aspettano e la speranza è che la comunità valdostana resti coesa e partecipe, mantenendo quell'attenzione e quella passione per la politica che fa parte della nostra Storia. Ai giovani dobbiamo garantire un corretto passaggio del testimone, trasferendo le competenze assunte dalle generazioni precedenti, in una Valle d'Aosta che vede declinare le nascite e assieme aumentare il numero delle persone anziane e questo ci obbliga ad un forte patto fra generazioni. Abbiamo la fortuna di vivere in una Valle straordinaria che dobbiamo curare e mantenere, sapendo che la nostra deve restare una montagna viva ed abitata, in cui le attività economiche prosperino e questo ci assicuri il necessario be-nessere. Sembra banale ma non lo, perché c'è chi ritiene quasi che gli uomini sulle Alpi turbino chissà quale equilibrio naturale, come se fossero un elemento estraneo. Una Montagna senza montanari sarebbe niente altro che un'aberrazione e una prospettiva da rigettare in toto. Sarebbe, senza una cultura umana in continua trasformazione, una Valle d'Aosta di cartapesta e certo non è quello che si può desiderare».