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02 feb 2025

Lassù a Cogne

di Luciano Caveri

Sono stato a Cogne in una delle giornate delle gare di Coppa del Mondo di Cogne, ospitate dopo la rinuncia della località ceca di Nové Město, nota per lo sci nordico.

Una situazione fortuita che ha premiato la località valdostana, che da sempre ha ospitato gare importanti e ha un senso radicato di comunità utile per ospitare manifestazioni internazionali di livello.

Per questo la festa è stata bella e ha valorizzato questa località ai piedi del Gran Paradiso, che noi chiamiamo scherzosamente la République de Cogne per la sua peculiarità, che ho avuto modo di conoscere bene nella mia carriera politica, ma sin da ragazzo da ragazzo ho vissuto lassù serate indimenticabili, quando con la mia Vespa 125 salivo lassù dalla Bassa Valle, con un bel viaggetto, per serate in discoteca. Altre occasioni simili le ho avute crescendo con gli amici cognein.

L’intera Valle d’Aosta ha gioito di questa chance del ritorno del grande fondo, ricordando il distruttivo evento alluvionale che si è verificato tra il 29 e il 30 giugno 2024. Ricordo come intense precipitazioni causarono gravi danni e ci fu l’esondazione del torrente Grand Eyvia, provocando danni significativi alla strada regionale e isolando la località per diverse settimane. Le precipitazioni registrate erano state eccezionali, con cumulate giornaliere massime di 133 mm a Lillaz, 131 mm a Grand-Crot, 119 mm a Valnontey e 100 mm a Gimillan.

Cogne fu isolata per quasi un mese e a fine luglio 2024 vennero ripristinati a tempo di record i collegamenti viari, ponendo fine all’isolamento della località.

Ecco perché ospitare le gare è da considerarsi un passaggio significativo per un ritorno alla normalità e la Natura, con belle nevicate, ha accompagnato alcuni momenti nelle giornate delle competizioni.

Per me c’è stata molta curiosità per capire meglio l’evoluzione dello sci nordico. Nel mio passato remoto ero stato in radio e tv cronista di alcune belle e importanti competizioni a Cogne e a Brusson, quando a farla da padrone era la tecnica classica e da assessore regionale a Turismo e Sport portai il fondo nel cuore della città di Aosta.

Lo sci nordico è cambiato moltissimo nel tempo, sia dal punto di vista tecnico che competitivo e Cogne me lo ha confermato e non una questione ovvia di materiali e attrezzature, ma delle nuove tecniche che hanno travolto l’elegante gesto classico con tecniche nuove il cui apice mi pare sia nelle gare a inseguimento e sprint più spettacolari anche per l’inevitabile e crescente uso televisivo.

Mi è anche stato spiegato nell'occasione il decollo di popolarità del biathlon, che avevo seguito sempre da giornalista con un allenatore che viveva in Valle, Battista Mismetti, mancato tanti anni fa e che forse sarebbe felice che il suo sport, al tempo di nicchia, sia così apprezzato.

In effetti Il biathlon è passato da un’attività militare delle origini a uno sport olimpico attuale altamente tecnologico e seguito dal grande pubblico. Un misto strategia, resistenza e sangue freddo che lo ha vivacizzato, rendendolo attraente tra gli sport invernali.

Sport che, pensando anche allo sci alpino e allo sci alpinismo, sono oggi radicati e per la Valle d’Aosta una grande occasione per i giovani valdostani e per tutti quei turisti che amano la Valle e trovano nelle diverse vallate occasioni assai differenziate che esaltano questo piccolo angolo della Alpi.