Domenica ho fatto un po’ di zapping televisivo in un momento di quiete domestica.
Mi sono così appassionato alla vicenda - direi eccessivamente amplificata - dell’assalto a Roccaraso degli sciatori napoletani. Tanti anni fa sono stato vicepresidente dell’ANEF (Associazione Nazionale Esercenti Funiviari), perché a suo tempo ero Presidente della SITIB ( Società incremento turistico invernale Brusson), piccolo comprensorio oggi gestita dal Monterosa ski.
Questo mi permise anche di conoscere la mappa degli impianti appenninici, che ormai tribolano più delle Alpi per l’innevamento per ovvie questioni di altimetria.
Sono andato a rivedere la mappa delle principali stazioni. Appennino Settentrionale (Emilia-Romagna, Toscana): Abetone (PT) – Una delle stazioni più grandi dell’Appennino, con oltre 50 km di piste; Corno alle Scale (BO) – Località sciistica dell’Appennino bolognese, famosa per le sue piste tecniche; Cimone (MO) – dove ho sciato! - Comprensorio più grande dell’Emilia-Romagna con oltre 50 km di piste; Zum Zeri (MS) – Piccola stazione toscana-ligure adatta alle famiglie, di cui non conoscevo l’esistenza.
Eccoci Appennino Centrale (Marche, Umbria, Lazio, Abruzzo, Molise): Monte Amiata (SI-GR) – Unico comprensorio sciistico della Toscana meridionale; Sarnano-Sassotetto (MC) – Stazione sciistica nelle Marche con vista sul Parco dei Monti Sibillini; Bolognola (MC) – Piccola ma attrezzata località nelle Marche; Campo Felice (AQ) – dove ci sono stato e dove c’è una pista dedicata a Gigi Panei, famoso e rimpianto allenatore trasferitosi in Valle d’Aosta- dei comprensori più importanti dell’Abruzzo con moderni impianti di risalita; Ovindoli-Monte Magnola (AQ) – Parte del comprensorio “Tre Nevi” con Campo Felice e Campo Imperatore: es eccoci a Roccaraso (AQ) – La più grande stazione sciistica dell’Appennino, con oltre 100 km di piste nel comprensorio dell’Alto Sangro; Passo Lanciano - Majelletta (CH) – Stazione sciistica con vista sul mare Adriatico; Capracotta (IS) – dove sono stato - Famosa per lo sci di fondo e le abbondanti nevicate.
Appennino Meridionale (Campania, Basilicata, Calabria): Laceno (AV) – Unica località sciistica della Campania con impianti di risalita; Sellata-Arioso (PZ) – Piccola località sciistica in Basilicata; Monte Sirino (PZ) – Una delle principali località sciistiche della Basilicata; Camigliatello Silano (CS) – Stazione sciistica più famosa della Calabria, situata nel Parco della Sila; Lorica (CS) – Altra località della Sila con impianti ammodernati e ottime piste.
Non so se qualcuno delle stazioni non ce l’abbia più fatta!
Torniamo al casus belli di Roccaraso. Mi ha divertit un articolo su Foglio di Antonio Pascale, di cui estrapolò qualche passaggio: “Su quei fatti, si sono letti degli articoli e visti dei video, scritti e realizzati da persone infastidite e sazie che stavano dietro la scrivania e pontificavano. Di questi intellettuali quelli più cattivi ce l’avevano proprio con i napoletani, quelli più analitici, di sinistra, avevano puntato Rita de Crescenzo e attribuito a lei la colpa dell’invasione”.
Si tratta della pittoresca influencer napoletana che sarebbe una delle cause scatenanti della domenica da invasione e che aveva avuto il desiderio di sciare o forse solo di vedere la neve. Scrive Pascale: “Lei comunque ci è andata nei giorni infrasettimanali come fanno tutti gli sciatori che si rispettano (io per esempio non ho mai sciato di domenica) e poi ha condiviso la realizzazione di questo suo desiderio su Tiktok. La tesi a questo punto è diventata questa: una massa di unni a lei devoti è andata a Roccaraso con pullman a basso costo. Non per agire in conformità al proprio desiderio ma per imitare Rita De Crescenzo. Queste tesi sarebbe da provare. Perché a parte che le gite sulla neve domenicali sono un must, e non solo campano. Voglio dire che da sempre partono pullman da molte parti della Campania e c’è un calendario stabilito mesi addietro, tu ti prenoti, come puoi prenotare un viaggio a Sharm el-sheikh e sei incastrato. Anche se hai visto le immagini dell’invasione di domenica scorsa, ormai hai prenotato, che fai perdi i soldi? E le promesse fatte? Ai tuoi figli, a tua moglie, ai tuoi parenti? Vai lo stesso. Ma a parte questo, può essere che quella massa di unni abbia agito in conformità al proprio desiderio: pure loro volevano vedere la neve. Anche perché nella neve si nasconde una meraviglia misteriosa che agisce come una forza in tutti noi”.
Fantastico un passaggio per garbo e ironia: “Nei desideri dei napoletani oltre ai mandolini e alle tarantelle, vanno annoverati pure gli sci. Un napoletano amante della neve lo conoscevo anche io, era amico dei miei genitori, e fin dagli anni ‘70, organizzava pullman che partivano alle sei del mattino da piazza dei Martiri e andavano a Roccaraso. Roccaraso è stata fondata dai napoletani. Sabato primo febbraio, passeggiando per via Roma, ho riconosciuto le cadenze, erano tutte di Napoli alta. I primi ski club sono stati fondati dai napoletani, il signore che conoscevo aveva come sciatore di riferimento Gianni Agnelli. Mo vattelapesca se lui desiderava essere come Gianni Agnelli o il suo era un desiderio indotto dalla società, però il signore ha fatto cose pratiche. Ha portato molti napoletani a Roccaraso, qualcuno di questi a suo tempo ha detto: ma si sta bene, vogliamo agire in conformità al nostro desiderio e prenderci una casa qua, anche per non scontentare Lacan? Detto fatto, e a questo punto, qualche costruttore ha costruito case e in breve Roccaraso è diventata comprensorio sciistico. E anche negli anni ‘80 una simil Cortina, con tutta la borghesia napoletana ben vestita, le signore sfoggiavano, mi ricordo, parecchi visoni. Quelli che non appartenevano alla Napoli alta andavano o in altri posti in Molise, sul Matese oppure a Roccaraso, col pullman, la domenica. E qui si vedeva già la differenza. C’era un diverso approccio alla neve, c’era chi sciava e chi scivolava sulla neve”.
Come non riconoscere all’autore la straordinaria capacità di smontare in “caso” di cui si sarebbe potuto fare a meno. Una bolla di sapone che sparisce.