Chi si occupa del digitale è come un marinaio che si trovi su di una barchetta in preda ai marosi. Ogni giorno, per decidere dove andare, bisogna fare attenzione alle ondate di novità e alle correnti che cambiano d’improvviso.
Già, il tema della velocità dei cambiamenti è un tratto distintivo di questa nostra storia contemporanea. Per altro, la stessa definizione “contemporanea” (che va dalla fine del XVIII secolo fino ai giorni nostri) è ormai inceppata.
Forse - azzardo - siamo davvero “nell’era digitale”, espressione ormai ampiamente utilizzata in ambito accademico, tecnologico e giornalistico per descrivere il periodo caratterizzato dall’uso massiccio di computer, Internet, Intelligenza Artificiale, Big Data e tutto il resto. Il digitale è sempre più rivoluzionario.
Facciamo un ragionamento. Il termine “rivoluzione” si associa normalmente a cambiamenti radicali e profondi in diversi ambiti, spesso caratterizzati da una rottura netta con il passato. La più distante è la Rivoluzione Neolitica è il processo di transizione da società di cacciatori-raccoglitori a società agricole e sedentarie, avvenuto circa 10.000-8.000 anni fa.
Poi, saltando i millenni alla rinfusa, si accatastano la Rivoluzione Americana, quelle Francese e quella Russa (Cinese, Cubana…). Ovviamente preferisco, come esito, le prime due.
Per non dire delle Rivoluzioni industriali ed economiche su cui spiccano quelle Industriali.
E la società? Si potrebbe passare dalla Rivoluzione legata ai diritti civili, a quella Femminista, per non dire di quella Sessuale o in campo della Bioetica.
Nella Scienza spiccano la Rivoluzione Copernicana, quella Darwiniana e non si può non ricordare la Rivoluzione Illuminista nel nome della ragione e appunto della scienza.
Sulla Rivoluzione trovo interessante quanto scritto sul Sito “Una parola al giorno”: “Il movimento immenso della rivoluzione rovescia piani diversi; l’esterno sociale, coi colpi di Stato e le rivolte armate, con le innovazioni tecnologiche e culturali capaci di divellere costumi radicati, con le conquiste di diritti civili che spostano il peso del giusto ribaltandolo in una verità nuova; l’interno personale, con le realizzazioni che danno una cifra nuova alla vita, con gli scontri vittoriosi contro i propri dèmoni - che restituiscono respiro e colori autentici - con le alte statuizioni della coscienza. Che sia un movimento irrevocabile o un ciclico ripristino di condizioni precedenti, le rivoluzioni, volute coraggiosamente o ineluttabilmente subite - così come quelle dei moti dei corpi celesti - segnano un nuovo punto di partenza, che ora è un nuovo anno, che ora è un nuovo spirito del tempo, avendo ripreparato il terreno per una nuova evoluzione - al modo dell’aratro che rivolge le zolle e permette la nuova semina”. Tornando al digitale, la rivoluzione più eclatante è davvero - creando un prima e un poi - l’Intelligenza Artificiale.
Giochicchio, come molti, con piccole App, come ChatGPT, Gemini o Grok, ma studio invece - nel limite del mio comprendonio - gli utilizzi così vari da dare il capogiro.
Ci sono Fondi europei e del PNRR che si stanno investendo su diversi filoni e bisogna farlo, cercando di capire come si opera concretamente sul tema in Italia e in Europa, ovviamente con particolare attenzione su che dosa stiano lavorando le Regioni dell’Arco alpino che ci somigliano