Almeno sino ad oggi, in questo mio cimento quotidiano, non sono mai stato colto dalla cosiddetta “sindrome da pagina bianca”.
Da definizione standard si tratta di un fenomeno comune tra scrittori, artisti e creativi in generale. Si manifesta come un blocco mentale che impedisce di iniziare o proseguire un lavoro creativo e ci si arena.
Considero questa mia lunga militanza sul mio Blog nulla di artistico - per carità! - ma di creativo direi di sì, visto che tratto un argomento quotidiano, scavando in diversi filoni possibili, in quello che mi sento di definire come una sorta di modesto zibaldone.
Il termine “zibaldone” ricordo come indichi una raccolta di appunti, riflessioni, pensieri e annotazioni varie. È un termine usato per descrivere testi eterogenei fra loro.
L’esempio più famoso - mi inchino alla sua opera - è lo “Zibaldone di pensieri” di Giacomo Leopardi, un’opera in cui il poeta annotava idee su filosofia, letteratura, linguistica e scienze. Io volo beninteso molto molto più basso.
E mi diverte molto l’etimologia di origine romanza della parola, che deriva probabilmente dalla contaminazione di Cibaldone (medico veneziano che tradusse in versi il terzo libro dell'Almansore del medico arabo Rhazes) accrescitiva del nome proprio Arcibaldo con un fenomeno chiamato dai linguisti aferesi, cioè scomparsa, della sillaba iniziale. Da notare la stretta parentela con la ghiotta parola ”zabaione” - parlo proprio della famosa crema schiumosa! - da esibire come se fosse una citazione dotta in qualche cena fra amici.
Torniamo al punto! Cosa crea la già citata sindrome da pagina bianca?
Gli esperti citano l’eccesso di perfezionismo: voler scrivere qualcosa di perfetto al primo tentativo e ciò crea un blocco. Oppure la paura del fallimento, vale a dire il timore che il lavoro non sia all’altezza delle aspettative.
C’è poi l’ipotesi della stanchezza mentale. A danneggiare sarebbero stress, sovraccarico di lavoro o mancanza di ispirazione.
E infine c’è la mancanza di idee e quindi non sapere da dove iniziare o la mancanza di un idea, di uno spunto da sviluppare. Ora, non penso che per me qualche titubanza derivi da questo. Come una specie di ginnastica mentale, non manco mai al cimento mattutino.
Ma osservo come, purtroppo, diversi studi indichino che la capacità di lettura e di attenzione delle persone stia diminuendo, soprattutto per testi lunghi e complessi. Questo fenomeno è legato a diversi fattori. Verrebbe da scherzare sul fatto che ci sia più che un analfabetismo di ritorno - come si diceva una volta - un analfabetismo di…partenza.
Tuttavia si parla di una reazione al sovraccarico di un’enorme quantità di contenuti da cui siamo invasi ogni giorno, spesso in forma breve e frammentata (social media, notifiche, messaggini, articoli brevi).
Saremmo di conseguenza abituati a letture brevi e veloci e lo si vede dall’uso frequente di dispositivi digitali, che ci spinge a esaminare i testi rapidamente, invece di leggerli in modo approfondito.
Informazioni a cascata diminuirebbero in più la soglia di attenzione, invasi come siamo da notifiche e stimoli digitali vari, che riducono - ahimè - la capacità di concentrarsi su di un testo lungo per un tempo prolungato. Anche se nel mio caso è qualche minuto…
Peserebbe ad abundantiam la sempre più bassa propensione alla lettura, specie di libri o testi complessi, preferendo contenuti visivi e di cui Tik Tok è esempio.
Che faccio? Passo a filmati rapidi, mettendoci la faccia o persisto nello scrivere le mie 100 righe al dì sino a cadere, prima o poi, vittima della sindrome da pagina bianca?