Autonomia: prima che sia troppo tardi
Da bambino, in spiaggia, giocavo con i miei coetanei a costruire una piccola montagnola di sabbia alla cui sommità si piantava lo stecco in legno del gelato.
...continuaDa bambino, in spiaggia, giocavo con i miei coetanei a costruire una piccola montagnola di sabbia alla cui sommità si piantava lo stecco in legno del gelato.
...continuaColpisce sempre quando "cervelli" della Valle d'Aosta non solo scavano nella realtà valdostana, ma dimostrano poi doti e capacità che consentono loro di svettare nelle loro professioni.
...continuaSono contento che ci siano molte persone che sul caso di Silvia Romano abbiano le idee chiare e certezze granitiche e ciò avviene spesso più per contrapposte ragioni ideologiche, piuttosto che per un esame freddo e calcolato degli eventi che hanno portato la giovane rapita da estremisti islamici ad essere liberata con il pagamento di un riscatto.
...continuaDelle volte uno si crea delle convinzioni e poi basta leggere un articolo di giornale per scoprire che non è così.
...continuaLa ripresa dell'attività sportiva individuale, specie la corsa o corretta, è stata inspiegabilmente ritardata in una Valle d'Aosta, dove certo non mancano spazi poco frequentati (non uso "wilderness", perché esclude i montanari) e pure facilmente individuabili dai Comuni che conoscono bene i loro territori (ah! la sussidiarietà!).
...continuaI destini della democrazia credo che siano un tema altrettanto importante dell'epidemia, nel senso che il "coronavirus" e la sua incidenza sugli aspetti economici e sociali impattano necessariamente sul funzionamento e la credibilità delle Istituzioni.
...continua«O la borsa o la vita»: è questa una vecchia espressione ottocentesca del bandito di strada che minaccia un viandante.
...continuaCi sono tante cose che mi intristiscono di questo "coronavirus".
...continua"Il giorno della civetta" di Leonardo Sciascia lo lessi per la prima volta in quarta Ginnasio e feci una figuraccia quando - della mafia sapevo poco - dovetti illustrare il libro alla classe e dissi che il capomafia del libro, don Mario Arena, era un prete, ingannato dal titolo di "don", che in Sicilia è appannaggio di chi ha ruoli di comando nella malavita.
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