Dalla dietrologia al mainstream
Ho sempre pensato che gli anglicismi ormai facciano parte dell’italiano per una logica invasiva, mentre il fenomeno è molto meno evidente in francese, che scova parole sostitutive nella propria lingua per evitare una perdita d’identità.
Su quanto capita in Italia valgono le riflessioni di una decina di anni fa del grande linguista, che ho avuto l’onore di conoscere, Tullio De Mauro: “Non è un fatto nuovo: da alcuni decenni impetuose ondate di anglismi si riversano nell’uso di chi parla e scrive le più varie lingue del mondo. Trent’anni fa, Arrigo Castellani, nel diffondersi di anglismi nell’us...
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